2013/05/05

Accogliere e lasciar andare. Saper vivere gli abbandoni



Difficile accettare cambiamenti e allontanarsi, abbandonare e ritrovarsi abbandonati, difficile lasciar andare ciò che deve andar via, ..sarebbe molto più semplice lasciarsi andare! ma la vita nella nostra scelta il benessere e passare il prossimo nello stesso tempo è un compenso non da poco per il e l'altrui equilibrio, per un'ambizione.

Accettare, Accogliere , non mettersi contro! è la base per superare le difficoltà in molti campi della vita;  il non farlo crea una RESISTENZA che a sua volta ci distrugge dentro.
Affrontare gli abbandoni e la perdita di affetti, di situazioni, di cose, di parti di noi stessi con questo spirito positivo e costruttivo che accoglie proiettandosi verso l'apertura;
Un modo di guardare sotto una differente ottica per non morire ogni giorno, in continuazione ed inutilmente...ma per vivere così
 sarebbe necessario
 prima accettare e guardare oltre il materiale, aprire la mente al nostro essere, anche e soprattutto, ENERGIA. Questo aspetto di noi ..lo dimentichiamo sempre troppo, chiusi come siamo in una casa/prigione con pareti spesse e limitanti ....

Sono sempre più convinta della "diversa frequenza" in cui semplicemente
ci "spostiamo" al momento della morte, e che il problema del nostro vivere non sia morire ma al contrario saper vivere senza soffrire troppo, saper accogliere e .. saper lasciar andare.


*§*


Il video che ho realizzato, prendendo spunto dalla poesia di Neruda, per una visione più serena degli abbandoni e di ogni genere di separazione:


"Assenza" Pablo Neruda - Saper vivere gli abbandoni 



 Assenza - Pablo Neruda
" Se muoio sopravvivimi con tanta forza pura
da risvegliare la furia del pallido e del freddo,
da sud a sud alza i tuoi occhi indelebili,
da sole a sole suoni la tua bocca di chitarra.
Non voglio che vacillino il tuo riso nè i tuoi passi ,
non voglio che muoia la mia eredità di gioia,
non bussare al mio petto, sono assenti.
Vivi nella mia assenza come in una casa.
E' una casa così grande l'
assenza che entrerai in essa attraverso i muri
e appenderai i quadri nell 'aria.
E' una casa così trasparente l'assenza
che senza vita io ti vedrò vivere
e se soffri, amor mio, morirò di nuovo
."

..poesia che ci insegna un modo di affrontare anche ogni altro tipo di abbandono.

Il dolore causato da una separazione è qualcosa di indescrivibile ma proprio per questo bisogna cercare e trovare soluzioni non certo per non soffrire, cosa impossibile, ma per non soffrire troppo ! e troppo a lungo; 
inoltre per trovare una spinta a costruire ancora, costruire sulla base di quell'abbandono, riuscire a rimanere felici dentro comunque e scoprire una nuova visione di accettazione delle separazioni che siamo costretti a vivere, nonché la certezza che  un vuoto si riempie sempre di qualcosa d'altro.

Ho pensato questo video  per riferirmi ad OGNI TIPO di abbandono, di perdita, di separazione, di privazione. 
Ne subiamo tante e di tanti generi durante la vita!
Una scelta di vita andata male, la perdita di beni materiali, un cambiamento di salute o di situazioni, .. anche il nostro stesso invecchiare rappresenta una perdita ma si tratta sempre di perdere qualcosa che lascia posto ad altro di diverso, sempre di nostro e probabilmente di migliore. (in quest'ultimo caso, perdere la freschezza giovanile ma acquisire la saggezza ed una filosofia meno angosciante).
 
OGNI VUOTO SI RIEMPIE DI QUALCOS' ALTRO.   
E' questo "ALTRO" che non si riesce a vedere né a pensare né a credere né a cui ci si può appigliare quando si soffre così. 
Ma, al contrario, C'E' ! invisibile ai nostri occhi sofferenti forse per sempre, ma c'è! e proprio perché
 
intrappolati nella nostra visione limitata, non sappiamo coglierlo! 

 
Questo mio è un invito a scoprirlo, o a ritrovarlo,  guardando oltre :) 


Alcune immagini utilizzate per il video: Foto d'Arte di Alfredo Troisi 
Altre,  foto scattate durante i miei viaggi " on the road "  ...
Un video di Gabriella Mangini - Arte Nascosta

***


Riflessioni  e suggerimenti da filosofie orientali

Difficile lo è certamente superare i grandi dolori, gli abbandoni e le perdite che ci troviamo ad affrontare durante la nostra vita. E' difficile ancor più per noi che viviamo in una società influenzata dalla materia e dal possedere al punto che non riusciamo a vedere che la morte, e in generale la "fine" di un qualcosa, sono aspetti insiti nella vita che costituiscono la vita stessa.   

Noi umani (soprattutto gli occidentali della società tecnologica) tendiamo ad definire soltanto l'inizio e la fine delle cose non dando peso al cambiamento, al processo di mutamento delle cose;
non riusciamo a percepire la TRASFORMAZIONE. Siamo abituati a vedere soltanto nascita e morte anche lì dove si constata scientificamente che non c'è mai fine (come nella riproduzione di cellule o nelle reazioni a catena ,...).  
Presi come siamo dalla cura del corpo, degli oggetti e del senso del possesso, presi dalle nostre passioni, dalla "forma", dagli impegni e problemi, oltre a non esser stati educati a FERMARCI per PERCEPIRE L'ENERGIA UNIVERSALE di cui siamo parte  nè le frequenze che esistono e che si aggiungono a questa frequenza, 
ne abbiamo paura!

Paura di allontanarci da questo stato di sicurezza che ci offre la materia.
Paura di andare a scoprire noi stessi e ciò di cui siamo parte ovvero di questa energia cosciente la quale ci appare, secondo la mentalità materialistica, paradossalmente come un nemico; questa Energia è rimasta sempre per noi sconosciuta ed estranea.

Difficile per un doppio motivo, quindi, per la nostra resistenza a lasciar andare la sicurezza del concreto e del voler possedere; 
e per paura.

Volendo iniziare a superare la paura di questo punto di "arrivo" (non è un arrivo ma una tappa del cammino) e dell'accettazione di ulteriori dimensioni, volendo uscire dal nostro egocentrismo, SUPEREREMO ANCHE IL TROPPO DOLORE.  
  
La serenità si potrebbe ottenere  tramite la nostra ENERGIA PERSONALE; 
cambiando i nostri parametri consueti,  sforzandoci di dedicare tempo ed un maggior lavoro alla meditazione profonda, alla parte non spessa e concreta di noi, fermandoci durante il giorno e distaccandoci dall'energia di ciò che è materiale che ci avvolge e ci controlla completamente, si potrà ottenere un maggior contatto con le altre frequenze e  con la dimensione che oltrepassa la materia.

Nella cultura cattolica ci hanno proposto, fra le altre cose, di santificare la domenica come giorno da dedicare al Signore, all'anima. Altre culture ci sollecitano a dedicare momenti di OGNI GIORNO alla meditazione  per aiutarci realmente  a trascendere la concretezza, a vivere sia nel corpo che in quella che denominiamo "anima", in quella parte di noi tutti che è pura energia, in quella parte che (come pensieri di guide spirituali propongono) si raffigura come il passeggero di un cocchio : 
... il passeggero (anima) del carro (corpo) grazie al conducente (intelligenza, la coscienza universale) che tiene le briglie (mente) dei cavalli (sensi) i quali corrono nella vita e ci conducono infine nelle nostre azioni.
Culture diverse ci insegnano che abbiamo un corpo fuori; non è l'anima ad essere chiusa dentro il nostro corpo.
Siamo un'essere spirituale con un corpo fuori.
Siamo noi che plasmiamo la realtà tramite la mente;
le nostre percezioni della realtà sono solo nostre riproduzioni che crediamo uniche, totali, inconfutabili, ma non rappresentano la realtà effettiva!

Ecco che l'aver PERDUTO qualcuno o qualcosa del mondo materiale si riferirà soltanto ad un'unica  sfera  della nostra esistenza;  
si affronterà nella direzione che viene data da noi, dalla nostra intelligenza (conducente) alle briglie (mente) che dirigono il nostro carro (corpo);
lavorando su questo punto si arriverà a formulare pensieri differenziati e si porteranno i nostri cavalli (i sensi) in un'altra direzione scelta da noi grazie ad una diversa conoscenza, con percezione più elevata, più matura, completa e consapevole ad ampio raggio;  

la disperazione sarà metabolizzata  e il nostro dolore si farà più lieve..


***



Superare gli abbandoni , su Andare Oltre




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