2013/01/31

"Quasi amici": film che unisce riso, pianto e soluzioni di vita


Film Quasi Amici , su Andare Oltre


In aggiunta al tema della disabilità che mi sta molto a cuore ritrovo qui i temi della "diversità" in generale, dell'emarginazione in alcune fra le sue svariate forme, delle relazioni umane e della loro rivalutazione, temi di filosofia di vita, di filosofia della tragedia, di divario tra formalità ed essenza, di ribellione all'insensibilità, di etica, di ideali e molto altro, nonché il tema a me caro del sottolineare la bellezza della musica in tutte le sue diverse modalità espressive.
Il tutto scorre in un'atmosfera di disinvolto umorismo all'interno di due problematiche di non poco peso.

Due mondi opposti (ma uniti dal tema comune dell'emarginazione) che si incontrano, si scontrano, che suggeriscono l'uno all'altro modi differenti di percepire e vivere le emozioni e che, in questa apparente diversità, reciprocamente collaborano per uscire dai rispettivi problemi.
Un film/storia vera che fa riaffiorare fiducia nelle relazioni umane e che suggerisce  modi per affrontare le tragedie.
Uno sprone alla vitalità e all'ironia.




Trailer italiano di Quasi amici, brillante pellicola francese ispirata a una storia vera diretta da Olivier Nakache ed Éric Toledano.


Da una storia vera http://www.tempi.it/macche-quasi-amici-il-nostro-incontro-e-stato-un-miracolo


La meravigliosa musica di Ludovico Einaudi




e l'energizzante danza di Omar Sy (Driss) sul brano degli Earth, Wind & Fire,  Boogie Wonderland




Recensioni e trama 

http://www.mymovies.it/film/2011/intouchables/

"....improbabili incontri tra Vivaldi e gli Earth, Wind and Fire, dizione perfetta e slang di strada, completi eleganti e tute da ginnastica. ....troveranno un punto d'incontro che sfocerà in un’amicizia folle, comica, profonda quanto inaspettata."
http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=48864&film=Quasi-amici&gclid=CLiK2LbJk7UCFUK9zAodtyoAjA 


"...Omar Sy è assolutamente adorabile nei panni di questo mezzo farabutto dal cuore d'oro che s'inventa un ruolo a metà strada tra il badante e il life coach, che risolve a modo suo i problemi di Philippe, tra cui i fastidiosi dolori psicosomatici..
Philippe è un disabile che ormai si è adeguato ad un'esistenza da vegetale, nonostante un passato avventuroso e spericolato, e non fa molto per prendersi quel poco di vita vera che gli spetterebbe. Al tempo stesso sarà lui a far scoprire a Driss in che modo può dare una direzione alla sua vita, dedicandosi ad un lavoro o ad una passione ..."
http://www.movieplayer.it/film/articoli/a-spasso-con-philippe_9179/


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Un film che diverte, emoziona, che fa pensare e che elegantemente ci suggerisce di guardare avanti, oltre, con ironia, con forza d'animo e in modo costruttivo. 

articolo che dedico a Marco N.

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2013/01/07

"È proibito"..non creare la tua storia. Neruda




Neruda , su Andare Oltre



È proibito
piangere senza imparare,
svegliarti la mattina senza sapere che fare,

avere paura dei tuoi ricordi.

È proibito non sorridere ai problemi,
non lottare per quello in cui credi
e desistere, per paura.

Non cercare di trasformare i tuoi sogni in realtà.

È proibito non dimostrare il tuo amore,
fare pagare agli altri i tuoi malumori.
È proibito abbandonare i tuoi amici,
non cercare di comprendere coloro che ti stanno accanto
e chiamarli solo quando ne hai bisogno.

È proibito non essere te stesso davanti alla gente,
fingere davanti alle persone che non ti interessano,
essere gentile solo con chi si ricorda di te,
dimenticare tutti coloro che ti amano.

È proibito non fare le cose per te stesso,
avere paura della vita e dei suoi compromessi,
non vivere ogni giorno come se fosse il tuo ultimo respiro.

È proibito sentire la mancanza di qualcuno senza gioire,
dimenticare i suoi occhi e le sue risate
solo perché  le vostre strade hanno smesso di abbracciarsi.

Dimenticare il passato e farlo scontare al presente.

È proibito non cercare di comprendere le persone,
pensare che le loro vite valgono meno della tua,
non credere che ciascuno tiene il proprio cammino
nelle proprie mani.

È proibito non creare la tua storia,
non avere neanche un momento per la gente che ha bisogno di te,
non comprendere che ciò che la vita ti dona,
allo stesso modo te lo puo' togliere.

È proibito non cercare la tua felicita',
non vivere la tua vita pensando positivo,
non pensare che possiamo solo migliorare,

non sentire che, senza di te,
questo mondo non sarebbe lo stesso.
non sentire che, senza di te, questo mondo non sarebbe lo stesso.

Pablo Neruda





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Soldi facili - Dire Straits ( Money for nothing )


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2013/01/04

L'importanza di dire NO.


L'importanza di dire NO - su Andare Oltre


Scelgo questo argomento come primo post del nuovo anno 2013 che mi auguro scorra all'insegna da parte nostra dell'abbandono della critica gratuita e sterile, della separazione intestinale,  della paura, dell'apatia, dell'immobilismo, dell'accettazione passiva, del senso angusto dell'impotenza e della "mancanza",
e che rappresenti il ​​​​​​​​momento tanto atteso per l'avvio di una maggiore forza interiore e di  presa di coscienza !

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 Dall'intervista a Giorgio Steiner

 (..) le parole chiave indispensabili per affrontare le acque agitate del tempo?

«Partirei da una delle parole più semplici e più corte del vocabolario: la parola "no".

Abbiamo perso l'arte di dire “no”.
No alla brutalità della politica, no alla follia delle ingiustizie economiche che ci circondano, no all'invasione della burocrazia nella nostra vita.
No all'idea che si possono lasciare come normali le guerre, la fame e la schiavitù infantile.
C'è un bisogno enorme di tornare a pronunciare quella parola. E invece ne siamo incapaci.

Sono sgomento di fronte all'acquiescenza di tante persone per bene, trasformati in campioni di fatalismo, quasi che protestare fosse diventato inutile e imbarazzante. Ma le personalità più grandi del nostro tempo, i Nelson Mandela, i Vaclav Havel, non hanno mai provato questo imbarazzo.
Purtroppo la famiglia, la scuola e il sistema mediatico inoculano sistematicamente questo virus. 
Ci predispongono al più totale conformismo. 
E' fondamentale riabituarsi alla resistenza contro i falsi idoli del nostro tempo.
A partire dal principale: il fascismo del denaro"

Tratto dall'intervista di Franco Marcoaldi su “La Repubblica”
al grande intellettuale mitteleuropeo George Steiner

Questo articolo su "La Repubblica" è datato novembre 2009. 
In Andare Oltre l'ho inserito nel 2013. 
Oggi, 2020/2022, questa testata giornalistica non parla più in questi termini. Adesso dice pedissequamente SI ..



link utili
Scrittore e saggista di origine austriaca, nato a Parigi nel 1929, naturalizzato statunitense nel 1944. 
Di famiglia ebraica, allontanatasi dall'Austria a causa del clima di antisemitismo diffusosi alla fine degli anni Venti ed emigrata nel 1940 negli Stati Uniti, seguì gli studi universitari in Europa e negli Stati Uniti. 
E' stato critico letterario, ha ricoperto numerose cariche accademiche, professore di inglese e letteratura comparata, professore emerito, primo Lord Weidenfeld visiting professor di Letterature comparate alla University of Oxford.
Stainer afferma di aver troppo tardi riconosciuto le origini del tramonto della cultura occidentale in una trasformazione radicale di categorie ontologico-storiche risalenti alla cultura greca classica. 
La cosiddetta nuova era si basa su una cultura dell'effimero opposta a quella della durata. 
Si dichiara infine, con autoironia, un anarchico platonico, incapace di aderire a uno schieramento politico, ma fermamente convinto della necessità di appoggiare qualsiasi ordine sociale capace di diminuire la sofferenza nel mondo e di dare spazio a un'élite culturale degli artisti e dei filosofi.

"(..) Steiner forse è stato l'ultimo sopravvissuto dell'umanesimo che ha accompagnato cinque secoli di storia dell'Occidente. 
Una formidabile tradizione che stiamo perdendo, e che forse abbiamo irrimediabilmente abbandonato. Perché dietro a tutte queste domande ce n'era un'altra, terribile e piena di speranza: 
come possiamo essere umani di fronte all'orrore di cui siamo artefici?"



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Riappropriamoci del nostro "NO"



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